Già il titolo è tutto dire.

Per l’audito la medicina d’igiene avrebbe superato con successo una prova straordinaria, “non essendosi perso nemmeno un malato di Covid”.

Secondo quanto riferito dalla SITI, nella prima fase della pandemia l’intero sistema sanitario si sarebbe preparato ad affrontare l’emergenza sanitaria, adottando inizialmente misure restrittive delle dogane e dell’ingresso da Paesi a rischio (la Cina in pratica), salvo poi ammettere di essere rimasti “sorpresi” che nonostante tali misure il virus circolava in Italia già da dicembre 2019.

Quindi delle due l’una: o la medicina d’igiene sapeva e non ha fatto quanto necessario, oppure non sapeva e allora è colpevole di inescusabile ignoranza.

In ogni caso si comprende bene il grado di presunzione malriposta in questi professionisti della scienza, che ritenevano di avere tutte le ricette giuste, anche nel proporre un menù a base di dolci e zuccheri ad un paese gravemente diabetico.

Afferma il rappresentante di alcuni medici d’igiene pubblica –N.B.: quelli che hanno partecipato alla gestione emergenziale– che la propria categoria (e lui per primo nella realtà romana) avrebbe ottenuto grandi risultati 😱poiché, sebbene la diffusione della malattia Covid-19 non mostrasse segni di arresto e non avendo ancora a disposizione la vaccinazione, avrebbe messo in campo una serie di misure di contenimento “molto aggressive” che avrebbero consentito di ritardare la trasmissione del virus, spalmando i picchi di contagiosità su un plateau costante in grado da essere gestito bene dal SSN.

L’apoteosi del vaneggiamento la si trova quando l’audito afferma che il “protocollo” (ndr. tachipirina e vigile attesa) “ci ha permesso di vincere”, poiché tale modalità avrebbe lasciato le persone a casa in attesa di essere trasportate in ospedale “quando ne avevano bisogno”, che poi equivale a dire “quando era troppo tardi”, quando non c’era più nulla dare se non riempire una scheda Istat.

Anche qui si comprende perfettamente che quanto affermato dalla medicina d’igiene e prevenzione ha una attendibilità prossima allo 0⃣, perchè poi, alla fine, la trasmissione del virus non si è fermata per quasi 2 anni, anzi, ha avuto una crescita costante (stagionale) nonostante quelle misure “molto aggressive” adottate e nonostante la comparsa dei c.d. vaccini.

La nostra rete capillare” del SSN – a dire di questo medico- avrebbe funzionato alla grande, poi aiutata dalla campagna di vaccinazione, in forza della quale “abbiamo raggiunto e superato l’obiettivo del Piano Nazionale di Vaccinazione anti Covid 19 di vaccinare l’80% della popolazione, che abbiamo avvinato con 3 dosi il 90% della popolazione”.

Parole sue. Coscienza sua. E anche i decessi sono tutti suoi.

In pratica la SITI -sedicente società scientifica- dimostra di non conoscere le proprietà farmacologiche dei c.d. vaccini e non di conoscere la distinzione tra malattia e virus, ma nemmeno di tenere in considerazione i danni e le conseguenze alla salute arrecate al 90% della popolazione, compreso anche quel fortunato 10% che l’ha scampata a costi personali, sociali, economici e familiari altissimi.

Parlano i fatti, anche se in questa Commissione gli auditi stanno facendo solo chiacchere speculative ed autopromozione.

Quando la Commissione capirà che queste “associazioni”, “sindacati” o “società scientifiche” sono coinvolte personalmente nell’oggetto delle indagini e che stanno depistando la verità per difendere il proprio operato (così come fanno Conte, il PD e tutti i reduci della precedente legislatura), forse potrà condurre una indagine seria, ma per ora non sembra così.